Il Fringe Festival è ormai imminente. Un mese di spettacoli attende Edimburgo, con appuntamenti in tutta la città. Fra i tanti artisti che si esibiranno nella capitale, c’è anche la compagnia italiana scherANIMAndelli.
La compagnia ha base a Milano, al TEATROalleCOLONNE, ma ha deciso di guardare più in là e di portare i suoi lavori anche all’estero. E quale occasione migliore del famoso festival d’Edimburgo?
La compagnia presenta i suoi due spettacoli “ad alto contenuto umano” al Royal Terrace dal 1 al 9 agosto.
Abbiamo parlato con Paolo Scherani, autore e attore e Nicoletta Mandelli, attrice e regista.
Ecco cosa ci hanno raccontato.
Vi presentate al Fringe con ben 2 spettacoli. È difficile per una compagnia italiana portare in giro il proprio lavoro?
Direi che è impegnativo. Per noi è la prima volta al Fringe, ma è una sfida che vogliamo vincere. Eravamo indecisi su quale spettacolo portare e nell’indecisione abbiamo deciso di portarne due. Il primo è uno spettacolo sulla pena di morte che è nato nel lontano 1999 in occasione della raccolta firme per una moratoria mondiale sulle esecuzioni capitali. In questi anni abbiamo girato l’Italia e adesso abbiamo pensato che era tempo di portarlo fuori dai nostri confini.
Il secondo è la nostra ultima produzione che ha debuttato in prima nazionale al teatro OUT OFF di Milano riscuotendo unanimi consensi di pubblico e di critica.
Crediamo che il Fringe sia il luogo più indicato per rappresentare questa piece poiché racconta in chiave poetica la breve vita della drammaturga inglese Sarah Kane, morta suicida proprio quindici anni fa.
Sono due spettacoli che pur affrontando tempi importanti e “impegnativi” cercano attraverso il filtro dell’arte di raccontare poeticamente la vita di due individui.
I vostri spettacoli saranno in italiano con sottotitoli in inglese. Ritenete che la lingua sia un ostacolo all’espressione teatrale?
No, non crediamo che la lingua sia un ostacolo. Certo, il nostro è un teatro di parola ma cercheremo di trasmettere emozioni, stati d’animo che vanno ben oltre le parole. I sottotitoli sono un aiuto per chi non conosce l’italiano ma non sono fondamentali per seguire quello che raccontiamo.
Cosa vi aspettate dal Fringe e dal suo pubblico?
Il Fringe è sicuramente un’occasione. Ci interessa un confronto con un pubblico diverso dal nostro. Ci interessa capire se quanto raccontiamo possa essere riconosciuto, assimilato e apprezzato al di là dei confini e della lingua. Il Fringe è anche un’occasione per proporre i propri lavori a organizzatori del settore che arrivano da ogni parte del mondo. Chissà che non ne esca una bella tournée internazionale.
Definite i vostri lavori “ad alto contenuto umano”. Cosa deve aspettarsi uno spettatore?
C’è la ricerca di un teatro e di un’arte capaci di risvegliare le nobili qualità dell’essere umano. Definiamo infatti i nostri lavori «progetti ad alto contenuto umano», perché usiamo il linguaggio teatrale per affrontare temi che mettono al centro l’uomo, creando valore attraverso l’atto teatrale. Raccontiamo l’uomo e la bellezza intrinseca in ognuno di noi anche quando facciamo di tutto per negarla, per nasconderla.
Come nasce l’idea di fondare una compagnia teatrale?
Lavoriamo da molti anni in teatro. Abbiamo lavorato per teatri stabili, pubblici e privati. Ma a un certo punto abbiamo sentito l’esigenza di portare avanti un nostro progetto che rispecchiasse il nostro modo di intendere questo mestiere. Il TEATROalleCOLONNE di Milano ormai da qualche anno è la nostra casa artistica.
Siamo nel cuore della città, a pochi passi dal Duomo e proponiamo una stagione ricca di eventi; pieces teatrali, concerti, incontri, stage e tanto altro.
Il nome della vostra compagnia è l’unione dei vostri cognomi. Quanta fortuna ci vuole per trovare un socio il cui cognome si fonda con il tuo per creare la parola chiave del vostro lavoro?
I nostri cognomi sono uniti nel teatro ma ancor prima nella vita. Ci siamo conosciuti in teatro proprio vent’anni fa. Curiosamente mentre cercavamo un logo per la compagnia ci siamo accorti che i due cognomi vicini creavano una parola pregna di significato ma allo stesso tempo così “leggera”. Caso, fortuna, destino, karma. Qualunque nome gli si voglia dare è innegabile che il nostro incontro era “scritto”.
A chi sono rivolti i vostri spettacoli?
Sembra banale ma mi viene da dire che sono rivolti a tutti. Il teatro è rivolto a tutti. Userò le parole finali del mio testo IO SONO SARAH KANE:
Venite ad osservare l’essere umano, la persona, il corpo, il pensiero che vi abita dentro. Venite a scrutare, indagare attentamente per vedere, scoprire, comprendere ciò che non si riesce a vedere dal proprio punto di vista. A che serve il teatro altrimenti?
Non perdetevi gli spettacoli della compagnia schirANIMAndelli; hanno riservato anche un’offerta speciale per tutti gli italiani interessati al loro lavoro: con 10£ potete vedere entrambi gli spettacoli. Vedi due e paghi solo uno.
Per seguire l’avventura della compagnia scherANIMAndelli ecco il link al loro blog e al sito del TEATROalleCOLONNE di Milano