Il 4 dicembre gli italiani sono chiamati a votare per il Referendum Costituzionale che comporterà, nel caso vincesse la maggioranza il SI, grossi mutamenti nel sistema politico italiano. Nonostante si trovino all’estero, anche molti membri della comunità italiana in Scozia andranno a votare e i sondaggi svolti sul nostro blog mostrano, al momento, una vittoria del NO, con il 55,56% dei voti degli italiani residenti ad Edimburgo, mentre al SI rimane il 44,44%… non è molta la differenza tra i due risultati e potrebbe variare ancora nel tempo: intanto dateci anche la vostra opinione, se non avete ancora votato, attraverso il nostro sondaggio.
Ma vediamo meglio in cosa consiste questo referendum.
Il punto principale del referendum riguarda la riforma del senato, la quale condurrebbe alla fine del bicameralismo perfetto: come sapete, in Italia il Parlamento è formato dalla Camera dei Deputati e il Senato, il quale, in caso di vittoria del si, diventerebbe il Senato dei 100 (chiamato anche Senato delle regioni) e avrebbe poteri limitati, ovvero esprimere pareri sui progetti di legge e proporre modifiche entro 30 giorni. Inoltre il nuovo Senato non sarà più eletto dai cittadini ma sarà composto da 95 senatori nominati dai consigli regionali e 5 senatori dal Presidente della Repubblica. Sarà poi eliminata la figura del senatore a vita (valida soltanto per gli ex Presidenti della Repubblica).
La riforma comporta anche la modalità di elezione del Presidente della Repubblica: attualmente (e rimarrebbe così in caso di vittoria del NO) viene eletto dalla Camera dei Deputati, dal Senato della Repubblica e da 59 delegati regionali; se dovesse vincere il SI, invece, non sarebbe più eletto dai delegati regionali ma dalla Camera dei Deputati e dal nuovo Senato. Sono anche le modalità di voto a cambiare: può essere eletto con la maggioranza dei 2/3 fino al quarto scrutinio, poi sarà sufficiente il 50%+ 1 degli aventi diritto di voto (la maggioranza assoluta).
É inoltre compresa la Riforma del Titolo Quinto: ovvero la parte della Costituzione in cui vengono assegnate le competenze delle autonomie locali. Alla competenza esclusiva dello Stato vanno materie come l’ambiente, la gestione dei trasporti e la sicurezza sul lavoro.
La vittoria del SI al Referendum porterebbe anche all’eliminazione di quegli enti che sono considerati inutili: il CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro) e le Province.
Infine, la Riforma Costituzionale comporta modifiche anche nella questione dei Referendum abrogativi e delle proposte di legge popolari. Il numero di firme necessarie per la proposta di legge popolare sale da 50000 a 150000 ma viene introdotto l’obbligo al Parlamento di discutere e votare le proposte di legge popolari. Si abbassa invece il quorum che rende valido il risultato di un referendum abrogativo: sempre il 50% degli aventi diritto di voto ma se i cittadini coinvolti sono 800000 o più, il quorum è ridotto al 50% dei votanti alle ultime elezioni parlamentari. Viene inoltre introdotto un nuovo tipo di referendum, ovvero il Referendum Propositivo, grazie al quale i cittadini possono chiedere al Parlamento di emanare una nuova legge su un particolare tema.
E ricordate…il 4 dicembre votate! 🙂
Greta Gontero